Alarico, Re dei Visigoti, sempre più icona e simbolo della città di Cosenza, ha da poco una sua statua, denominata “Alarico a cavallo”, che è stata collocata dall’amministrazione comunale, presso la confluenza dei fiumi Crati e Busento, leggendaria sede della tomba in cui si narra sia sepolto Alarico insieme ai suoi inestimabili tesori, frutto principalmente del colossale sacco di Roma. La nuova attrazione turistica, voluta fortemente dal sindaco Mario Occhiuto, mira a completare una sorta di itinerario volto a ripercorrere non solo le gesta di Alarico quanto a renderlo fulcro centrale di una strategia turistica della quale, la città dei Bruzi, pare stia traendo indubbi benefici. Cosenza si conferma città del turismo, anche nell’attesa che la sua candidatura a Capitale della Cultura 2018 venga confermata. Soprattutto dopo il tam tam mediatico legato all’operazione Tesoro di Alarico rimbalzato sulle testate di tutto il mondo, dalla BBC al Telegraph. Una copertura che ha suscitato la curiosità degli stranieri, e non solo, che raggiungono il capoluogo bruzio per seguire le tracce della leggendaria tomba del re dei visigoti che, dopo oltre 1500 anni, è ancora capace di affascinare e attrarre. È grazie proprio ad Alarico – oltre che all’abate Gioacchino da Fiore – se Cosenza, capoluogo di provincia calabrese, viene menzionata nei libri di storia internazionale.
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