Chiesa di Santa Croce delle Domenicane

Chiesa di Santa Croce delle DomenicaneSul lato destro di via Tribunali è la piccola Chiesa di Santa Croce, annessa al Monastero delle Suore Domenicane. Questo Ordine femminile, insediatosi nel 1513 nel Monastero dello Spirito Santo, andò soggetto nel corso dei secoli a numerosi trasferimenti. Andato distrutto il loro primo Convento nel 1729 a causa di un incendio, le suore passarono nel Monastero di Santa Maria di Costantinopoli, fondato nel 1711 in località Paradiso (attuale Archivio di Stato). Dopo la soppressione di questo Monastero nel 1807, le Domenicane si trasferirono nel 1824 nel Conservatorio di Gesù e Maria alla Motta. Soppresso anche questo nel 1880, acquistarono allora alcuni locali privati nella salita Tribunali, utilizzando la contigua Chiesa dedicata a Sant’Ivone e di proprietà della Congregazione degli Avvocati. Quello delle Domenicane è oggi l’unico Monastero della milizia regolare femminile rimasto a Cosenza, dopo che nella gestione di orfanotrofi, asili e scuole private sono subentrati gli Ordini di vita attiva delle varie Congregazioni religiose femminili. La facciata della Chiesa di Santa Croce è priva di elementi di rilievo. L’interno è a navata unica, con un altare in marmi policromi. La volta della navata è adornata dai seguenti affreschi: Madonna col Bambino; San Domenico mentre prega la Madonna che accoglie sotto il suo manto monaci e monache domenicane, opera del De Gregorio del 1887; San Tommaso D’Aquino; Discesa dello Spirito Santo, tutti di ignoti dell’800. Sull’altare maggiore è posto un dipinto su tufo della Madonna di Costantinopoli ritenuta miracolosa per aver guarito uno zoppo sovrastato da un’affresco raffigurante Dio. Inizialmente era posto all’aperto nei pressi della chiesa dei Cavalieri di Malta, poi fu trasferito nei locali ove oggi è la Prefettura e, infine, nell’attuale collocazione. Le stesse traversie del dipinto, per sua espressa volontà, sono state seguite dalla tomba dell’Arcivescovo Brancaccio fondatore del Convento; dietro l’altare, infatti, è visibile la sua lapide marmorea. L’immagine della Madonna, oggi molto deteriorata, negli anni trenta, era cinta da un’aureola d’argento del peso di duecento grammi circa. Sulle pareti si possono ammirare: la Madonna di Pompei con San Domenico, Santa Rosa e Santa Caterina opera del pittore napoletano De Gregorio; il Martirio di San Clemente Papa dipinto nel 1837; San Ivon patrono degli Avvocati e una Crocifissione del XIX secolo. Sul pavimento, composizione in mattonelle di maiolica che raffigura il cane con la fiaccola in bocca, simbolo dell’ordine domenicano. Nell’attigua sala capitolare, altre opere tra cui un dipinto di San Domenico in Soriano del XVIII secolo; inoltre, un Crocifisso ligneo del ‘500, una Madonna di Costantinopoli del De Gregorio, un Ecce Homo del ‘700 e un dipinto della Madonna Bambina. Infine, da una scaletta si accede al campanile dove sono poste due campane.

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