La Chiesa dedicata a San Gaetano, appartenuta ai Padri Teatini, è in piazza Tommaso Ortale. I Chierici Regolari Teatini, giunti a Cosenza nel 1624, ottennero per qualche anno in concessione la Chiesa di San Leonardo e Nicolò, nei pressi del Regio Palazzo, con l’obbligo di costruirvi accanto il loro Convento. Fondatasi nel 1652 la Chiesa-Oratorio della Congregazione di Santa Maria del Suffragio, i Padri, per la munificenza di don Cesare Firrao, principe di Sant’Agata, potettero edificarvi nei piani superiori il loro Monastero e, a fianco, una Chiesa. Dedicata dapprima a San Giuseppe e successivamente a San Gaetano, la Chiesa venne officiata dai Teatini fino al 1783, anno in cui l’Ordine, dopo la soppressione, abbandonò Cosenza. In quello stesso anno vi venne trasferita la Parrocchia dei Santi Stefano e Lorenzo, la cui Chiesa – che sorgeva nel borgo dei Pignatari o Stella, vicino al ponte omonimo, sulla sponda destra del Crati – era stata distrutta da una piena del fiume. La Chiesa fu affidata al clero secolare, mentre il Monastero fu venduto nel 1795 alla Congregazione del Suffragio e in seguito adibito ad abitazioni private.
La facciata della Chiesa presenta un portale in pietra tufacea, opera di maestranze roglianesi del XVII secolo simile a quello della Chiesa delle Cappuccinelle. La cupola di una Cappella laterale, decorata all’esterno, risale allo stesso secolo. L’interno, ad una sola navata e in stile barocco, si presenta oggi, dopo le decorazioni di Saverio Presta eseguite con la tecnica della “tempera velata”, in maniera splendida. Fino a più di circa mezzo secolo fa, la Chiesa era munita di alcuni altari oggi demoliti. Sulla destra, bel crocifisso ligneo opera di Baldassarre de Blasio del ‘700. Più avanti, la Cappella di Santa Rita con una statua della Santa ed un dipinto di Santa Lucia entrambe del XIX secolo. Sulla destra è posta una lapide commemorativa dei morti civili del 1943. Sulla parete sinistra della navata, si apre la Cappella del SS. Sacramento; sull’altare era affrescata un’opera ad imitazione della Disputa del Sacramento di Raffaello. Nell’altro vano della Cappella, sculture lignee del Sacro Cuore e dell’Addolorata. Sul soffitto della navata, sono posti degli oli su tela a sembianza di affreschi, eseguiti da Emilio Iusi da Rose nel 1952; rappresentano: La lapidazione di Santo Stefano, L’estasi di San Gaetano con la Madonna che consegna il Bambino, Il processo e la condanna di San Lorenzo Martire. I medaglioni attorno, invece, sono dipinti a tempera. La cupola dell’abside, affrescata da Settimio Tancredi da Pietrafitta, presenta: la Gloria di San Giuseppe. Nelle vele, gli evangelisti; nelle lunette: la Sacra Famiglia, il Ritorno di San Giuseppe, la Fuga in Egitto.
Sull’altare maggiore, vi è una tela raffigurante la Sacra Famiglia, opera di un anonimo pittore napoletano della prima metà del 1600. A destra dell’altare busto ligneo di San Gaetano del XVIII secolo mentre a sinistra una statua di San Giuseppe. Altro interessante pezzo d’arte senese dei primi del ‘400 è una piccola statua marmorea a tutto tondo della Madonna delle Grazie col bambino che anticamente era situata in una nicchia all’esterno.
In sagrestia sono poste numerose statue, una croce reliquiario, un armadio del 1859 ed una tela dipinta nel 1888 da G. Cremonese, raffigurante la Madonna del Rosario. La navata è adornata da quadri in bassorilievo raffiguranti i misteri. Vi si conservano ancora pregiati candelieri del napoletano Gabriele Sirino del XIX secolo.