Chiesa e Monastero delle Vergini

Chiesa e Monastero delle VerginiIl Monastero di Santa Maria delle Vergini, nella piazzetta omonima (o largo), affianca, con l’annessa Chiesa, il Palazzo del duca Gaspare Sersale. Esso ebbe origine dalla fusione di due Conventi cistercensi femminili, quello di Santa Maria della Motta e quello di Santa Maria De Medio Domini Aegidi, che nel 1515 incorporarono anche il Convento delle Benedettine di Santa Maria delle Fontanelle di Mendicino. Il Monastero unificato, assunto il nome di Santa Maria delle Vergini, stabilì la sua clausura in un fabbricto in parte vecchia sede di una scuola ebraica ed in parte proprietà di famiglie private. Seguendo la regola cistercense, il Convento ospitò in un primo tempo donne di estrazione sia nobile che civile, ma in un secondo momento fu riservato esclusivamente alle donne di condizione nobile. Soppresso nel 1808, i suoi locali vennero dapprima destinati ad orfanotrofio femminile. Nel 1811 vi vennero accolte orfane provenienti dal Monastero di Santa Teresa dei Carmelitani Scalzi; nel 1815 vi si trasferirono altre orfane del soppresso Monastero della Trinità adibito ad abitazioni private. I locali dell’ex Monastero cistercense sono oggi annessi all’Istituto delle Figlie di Sant’Anna.

La facciata del Monastero presenta un portone dalla solida struttura decorato in pietra a bozze (le cosiddette punte di diamante) e una lunetta sostenuta da modiglioni risalente ai secoli XV e XVI. Nell’interno, si notano un cortile quadrangolare che porta alla Chiesa e che funge da disimpegno per i locali del Monastero, alcune porte in stile barocco e stucchi del 1600. Sulla destra e sulla sinistra, vi sono degli archi murati che in origine, probabilmente, erano più sfondati, oppure permettevano la comunicazione con ambienti interni. Essi sono databili al periodo di trapasso tra i secoli XVII-XVIII, epoca in cui Palazzo Sersale poteva essere, tutto o in parte, già annesso al Monastero.

La Chiesa annessa venne eretta verso il 1515-20 su progetto di Domenico La Cava, capomastro della Valle del Crati. Conserva un portale tardo barocco, databile tra il XVII e il XVIII secolo, con motivi floreali e arco ribassato e modanato. Probabilmente il lavoro fu eseguito da scalpellini di Rogliano o di Rende. Il timpano spezzato racchiude l’affresco di un Santo Abate cistercense (probabilmente San Bernardo da Chiaravalle). La porta lignea, finemente decorata, è a due battenti ed è databile fra la fine del XVI secolo e l’inizio del XVII. Essa è decorata da quattordici riquadri rettangolari, dodici dei quali con ornamenti fitomorfi composti a grottesca dove, a fasci, a figure femminili e a vasi, si aggiungono volti di satiri, busti di santi monaci e monache, abati e abadesse. Fra questi si possono riconoscere San Bernardo da Chiaravalle a destra e San Egidio a sinistra.

La Chiesa al suo interno è formata da un’unica navata. L’entrata è sormontata dal settecentesco coro ligneo delle suore che presenta un decoro con teste d’angelo e festoni e si affaccia sull’aula. Sotto il coro c’è una ricca volta decorata a stucchi risalente alla fine del XVII secolo o agli inizi del successivo. Il soffitto ligneo della navata, a profilo trapezioidale, nasconde le capriate ed è stato ricostruito, negli scorsi anni ’70, con l’antico motivo a quadretti, con rose stilizzate, ed è stato realizzato negli anni Settanta del secolo scorso. Il presbiterio è quadrato ed è coperto da una cupola. Un arco a tutto sesto, che risale alla preesistente struttura cinquecentesca, lo separa dalla navata. Sulle sue pareti laterali si notano due archi murati in cui, un tempo, erano collocati i coretti. Al centro del presbiterio campeggia una grande pala davanti la quale si trova la mensa liturgica con i due lettorini laterali. La pala è in legno intagliato e dorato, con colonne che incorniciano una tavola raffigurante, in basso, la Morte di Maria e, in alto, l’Assunzione in cielo della Vergine. Al posto dell’antica sagrestia c’è oggi la Cappella del SS. Sacramento. Tra gli arredi presenti nella Chiesa di particolare interesse sono un confessionale ligneo del ‘700 e tre altari lignei della seconda metà del XVI secolo; quello di destra è datato 1576 rappresenta l’Annunciazione dipinta da pittore napoletano, quello di sinistra rappresenta la Madonna col Bambino, databile tra la fine del XIII secolo e gli inizi del XIV. Attorno all’icona ci sono quattro piccole tele esposte in ovali.

Anche direttamente dalla Chiesa si raggiungere il chiostro – sicuramente tra i più belli di Cosenza – attraverso un accesso posto sotto la volta d’ingresso, oppure dalla porta destra del cortile antistante la facciata. Si sviluppa su pianta quadrangolare, quasi romboidale. Ogni prospetto è segmentato da colonne, con capitelli in stile ionico e con altri a fogliette. Su queste si impostano archi a tutto sesto. Al centro dell’area scoperta c’era il pozzo.

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