La Chiesa di San Giovanni Battista è un edificio semplice, ma antichissimo. La sua fondazione risalirebbe al Medioevo. Gli storici la vogliono presente già all’arrivo dei Saraceni in città nel 911, quando sarebbe stata utilizzata dagli stessi come stalla reale. La notizia però non trova riscontro in quanto le fonti più attendibili relative alla storia di Cosenza, oltre a precisare la data dell’assedio musulmano al 902, ricordano in quell’epoca solo due Chiese: una quella extra moenia dedicata all’Arcangelo Michele e l’altra quella interna al perimetro urbano dedicata a San Pancrazio.
Le notizie più certe sulla Chiesa risalgono agli inizi del Seicento, quando fu fondata a Cosenza, con l’approvazione di Gregorio XIII del 1580, una parrocchia dedicata appunto a San Giovanni Battista ma non si è certi che la stessa fosse collocata in questo edificio.
Quasi distrutta dal terremoto del 1908 e ricostruita dopo circa quattro anni, un tempo sorgeva distante dalle abitazioni come si evince in un celebre disegno custodito alla Biblioteca Angelica di Roma. Sorge sul fianco nord ovest del Colle Pancrazio, precisamente ai piedi del Castello nel pressi del Rione Portapiana. Sull’attuale slargo, salendo a destra, è un monumento dedicato a Monsignor Francesco Caruso, nato a Cosenza nel 1875, diventato sacerdote nel 1898, parroco della Chiesa di Santa Maria della Sanità. L’opera porta la firma dello scultore cittadino Cesare Baccelli e si presenta con un altorilievo dove in basso è posta una lapide che recita: «A MONSIGNOR FRANCESCO CARUSO. I PARROCCHIANI MEMORI E RICONOSCENTI. 1973».
La facciata della Chiesa è ripartita in due ordini e una cuspide delineati da due fasce marcapiano che si impostano su semipilastri angolari muniti di basi e capitelli rettilinei. La parte inferioe è caratterizzata da un portale in pietra di Mendicino, sormontato da un frontone con timpano spezzato che includono una grande conchiglia ed elementi decorativi vegetali. Sul lato sinistro della Chiesa, visibile in facciata, è addossato un altro corpo che originariamente corrispondeva a una navata mentre oggi è l’alloggio delle suore della Congregazione delle Figlie di Sant’Anna. La fiancata destra è caratterizzata da tre finestre e termina con un campanile a pianta quadrata che si innesta con quelli che oggi sono i locali della sacrestia. Esso reca quattro aperture dalle quali sono visibili due campane con l’immagine di San Giovanni Battista in rilievo e delle iscrizioni.
Nel suo interno, molto semplice, sono visibili una serie di stucchi opera di Vivacqua e di De Fazio (1848). È presente una copertura a botte, munita di sei finestre ad unghia. Nell’area presbiteriale due cornici mistilinee ci sono due pitture murali di recente fattura raffiguranti, probabilmente l’Esaltazione della Croce e l’Eucaristia. In controfacciata è situata la cantoria che consiste in un lavoro di stucco che si articola in tre logge. In quella centrale lo stemma con l’emblema confraternale.
Entrando in Chiesa, sulla destra vi è una piccola acquasantiera a forma di conchiglia. Sulle pareti quattordici quadretti della Via Crucis. Sulla grata del confessionale una stampa del primo Novecento. Nel vano dell’arco è esposta la statua di legno di San Giovannello che prima era collocata in una nicchia sull’altare maggiore dove era nascosta dalla tela ottocentesca del Battesimo di Cristo. Il Santo è raffigurato giovanetto con indosso una pelle di cammello e avvolto con un manto rosso, simbolo del suo futuro martirio. L’opera è databile tra la fine del Settecento e gli inizi ell’Ottocento. Il capitello sinistro del presbiterio presenta i dettagli ornamentali antichi. La balaustra dell’arco presenta un cancelletto decorato con angeli recanti simboli, calici, palmette, vasi, spighe e il simbolo trinitario con all’interno il nome di Dio scritto in ebraico. L’altare, in stucco dipinto, realizzato da maestranze locali nel 1846, caratterizza quest’area. Il rivestimento (paliotto) è decorato da un motivo ad urna. Sulla mensa è un grande tabernacolo con la parte alta rettilinea per consentire l’esposizione della croce d’altare.
L’aula e il presbiterio sono decorati da nove tele, rispettivamente quattro nella prima e cinque nel secondo che rappresentano episodi della vita di San Giovanni Battista.