Alle spalle del Palazzo dei Bruzi, la nuova Chiesa di San Nicola di Bari, al centro dell’omonima piazza, sorge a pochi metri dell’area della demolita Chiesa Parrocchiale dedicata al Santo di Bari. La vecchia Chiesa, eretta nel 1603 dall’arcivescovo Camillo Costanzo per il quartiere dei Rivocati, era ad unica navata e presentava una facciata rimodernata nei primi del 1900. Demolito nel 1961 il vecchio tempio, la costruzione del nuovo ebbe inizio nel 1957 con la posa della prima pietra. Officiata a partire dal 1961 dall’antico Parroco don Eugenio Magarò. Progettata in stile moderno dall’architetto Vittorio Ballio Morpurgo di Roma, Preside della Facoltà di Architettura, essa poggia su di una scalinata in masselli di travertino romano. Ogni elemento costruttivo, sia nell’interno che all’esterno, è improntato ad un movimento di convergenza in direzione dell’altare maggiore. Il materiale di tompagnatura è in masselli di màzzaro pugliese, disposti a doppia parete. Sulla facciata, imponente ma sobria, spicca una iscrizione latina orizzontale su marmo punteggiato di onice che recita: “DEO OPT. MAX S. NICOLAI IN ONOREM”.
L’interno, ad unica navata con sei cappelle laterali, è sovrastato da un soffitto doppio a rombi e triangoli. Sulla parete di fondo campeggia un mosaico raffigurante la Madonna col Bambino fiancheggiati da San Giuseppe e San Nicola in veste pontificale e da una serie di angeli recanti i simboli di San Nicola: autore il mosaicista Franco D’Urso di Roma, su cartone del pittore romano Ceracchini. Nel tabernacolo, un bronzo – opera dello scultore Tommaso Gismondi di Roma – raffigura le scene salienti della vita di Cristo, dall’Annunciazione alla Crocifissione. L’altare maggiore consta di un blocco intero di marmo del tipo bianco altissimo delle Alpi Apuane, lavorato su disegno del Morpurgo. Nella prima Cappella, due sculture in cemento amianto del prof. Pietro Guida di Lecce, raffiguranti la Madonna di Lourdes e il Sacro Cuore di Gesù. In altre tre Cappelle, altrettanti mosaici su pannelli, eseguiti da Franco D’Urso su bozzetto di Iliano Fantuzzi di Roma. In altre due Cappelle due altorilievi. Il battistero, in rame ramato, poggia su una coppa unica di porfido sostenuta da quattro colonnine dello stesso materiale. Sulla parete posteriore, sette tele con scene della vita di San Nicola, provenienti dalla vecchia Chiesa. Di questi dipinti, opera di ignoto autore di scuola napoletana del primo settecento, forse qualcuno è attribuibile al cosentino Domenico Oranges, operante nella seconda metà del XVIII secolo. Pure dalla vecchia Chiesa proviene un busto ligneo di San Nicola, di scuola napoletana del 1600; mentre quattro tempere di Enrico Salfi che ornavano la volta del vecchio tempio non sono risultate recuperabili.